La buona stagione tarda ad arrivare; le temperature, soprattutto quelle notturne, permangono sotto i 10 gradi e le verdure coltivate stentano a crescere. E’ il tempo più indicato per cercare e consumare alcune tipologie di erbe selvatiche, quelle che le nostre mamme, sempre preoccupate di cosa avrebbero potuto mettere  in tavola, si prodigavano a raccogliere per uscire dalla monotonia culinaria dell’inverno (polenta, patate, qualche rapa, polenta ancora) inserendo le prime verdure della primavera.

Biorama raccoglie  alcune erbe spontanee che crescono ai bordi dei propri campi coltivati e nelle aree limitrofe del Parco Sorgenti del Lura, garantendo la qualità e l’assenza di fonti inquinanti dirette (mai raccogliere sui bordi strada!). Si tratta di varietà da riscoprire per tornare ai vecchi sapori e alla considerazione di quanto ingegnosa fosse la ricerca dei nostri vecchi per combattere la penuria di cibo.

Spuntano anche i primi asparagi, quest’anno in ritardo; con loro notiamo anche dell’aglio selvatico

Ecco il silene, un’erba spontanea dal gusto delicato indicata per risotti, o da consumare lessata

Il germoglio del luppolo, conosciuto in Veneto col nome di “bruscandolo”, risulta ottimo per le frittate e per i risotti

Il finocchietto selvatico è presente in una zona ove l’abbiamo seminato

L’ortica è sì urticante, ma pure squisita per un buon risotto

Del tarassaco abbiamo già scritto: la raccolta è terminata per l’avvenuta fioritura della varietà